Pagina di diario. Quella volta che ci sedemmo a tavola con Gianni Morandi.
Belli i tempi in cui ci si stringeva la mano, ci si salutava col bacetto e si stava tutti appiccicati? Non saprei. Questo fatto che non ci si può toccare mi toglie il peso del ricorrente imbarazzo sul cosa fare quando incontri una persona. Fai ciao con la mano? La abbracci? Magari fossimo tutti come i canadesi, campioni di buona educazione, che non hanno mai dubbi e sono sempre super gentili. Ma col Covid non bisogna fare proprio niente. Che bello.
Ma soprattutto, cosa sto blaterando? Qual è il punto?
Immaginate la cosa più assurda che si possa fare ora: una cena con decine e decine di persone. Uno di quei palazzetti che si allestiscono per eventi o cose del genere. Nel 2018 questo era possibile. Io c'ero quando tossire con la mano davanti alla bocca veniva considerato igienico.
A Bologna c'è un evento molto interessante e utile che si chiama Run Tune Up. Si tratta di una maratona di beneficenza, chiunque voglia partecipare paga una quota e può correre con tantissime altre persone per le strade di Bologna. E' un'iniziativa che nel corso del tempo è cresciuta sempre di più, tanto che vi partecipa anche Gianni Morandi, il cantante. Non so se lo conoscete, ha le mani enormi e quel settembre 2018 non fu da meno. Come ogni anno dopo la gara si organizza un pranzo con tutti i maratoneti o chiunque sia interessato alla causa. Se chi mi legge mi conosce almeno un po', sa che io i soldi per andare a correre non li spenderei mai, ma per un buon pranzo a base di piatti locali farei follie. Così, io, Alessandro e il nostro amico Christian ci mettiamo in macchina e andiamo vedere come passano il tempo libero gli sportivi.
Questo palazzetto presentava tre tavolate lunghissime, alla fine delle quali c'era un palco. Ci vengono assegnati tre posti proprio alla fine di uno di questi tavoli, vicino al palco. Dopo aver posato lì le nostre cose iniziamo a farci un giro. Erano praticamente tutti bolognesi, l'età media sarà stata 45 o 50 anni. Erano tutti molto allegri e avevano voglia di fare festa. Noi tre ci appoggiamo a un muro e iniziamo a chiacchierare, eravamo proprio nei pressi dell'entrata, quando all'improvviso vediamo un mucchio di gente alzarsi e andare verso l'entrata. Mi sono alzata sulle punte per vedere chi fosse e sbuca fuori Gianni Morandi che viene verso di noi. A passo spedito, sorridente, stringe la mano a tutti. Si siede in un punto a caso di un tavolo e viene circondato da circa dieci persone che chiedono foto e autografi. Ero una ventenne e stavo in mezzo a cinquantenni che si esaltavano per il proprio idolo, ma non mi sentivo un pesce fuor d'acqua, mi sentivo, come al solito, un'osservatrice. <<Se dopo non canta "in ginocchio da te" mi incazzo>> dico ai ragazzi. Poi ci sediamo e sul palco sale un presentatore. Non mi ricordo perfettamente che cosa diceva, ero più concentrata sulla tavola ecco. Con noi c'erano dei bei signori barbuti e ci presentiamo, uno di loro era particolarmente loquace e con lui infatti ho parlato di più. Ci spiegava le portate e ci faceva domande per conoscerci meglio. Gianni era sempre seduto al suo posto, mangiava, sorrideva ma parlava poco. Così chiedo al nostro amico se facesse sempre così e lui risponde che andava ogni anno e che qualche volta aveva cantato una canzone alla fine della cena. Poi sale sul palco un signore con la barba grigia e una gran bella pancia e inizia a recitare poesie e cantare filastrocche in dialetto bolognese. Mi sorprese, perché non credevo che il dialetto bolognese fosse così criptico e infatti chiedevo la traduzione al nostro fido amico. Ma alcune parole neanche lui le conosceva e questo mi lasciò davvero a bocca aperta. Da noi tutte le persone che hanno almeno 50 anni conoscono perfettamente il dialetto e lui mi rispose che i suoi genitori lo parlavano, quelli della sua generazione non molto e i ragazzi quasi niente e che Bologna è una città che accoglie persone da ogni regione perciò la mescolanza di lingue rende difficile il mantenimento del dialetto.
Quelle filastrocche erano davvero stupende. C'era una che parlava di una donna che aveva il marito in guerra, e credendolo morto, riuscì a conquistare un soldato americano con un piatto di tortellini. Per riuscì a conquistare intendo che se lo portò a letto. Adoro.
Subito dopo la fine della cena Gianni Morandi se ne andò, senza salutare nessuno, senza cantare in ginocchio da te. Pensai che forse non voleva fare brutta figura dopo quelle splendide filastrocche e che effettivamente tra tutti gli artisti bolognesi lui è quello che mi piace meno.
Avevo 20 anni, ero appena tornata da una cena piena di adulti e stavo dando il mio giudizio su un cantante in voga negli anni '60.
Alessandro sa dove portarmi <3.
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