Quando la vita privata diventa arte: Sid Vicious e Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino
I am an Antichrist
Per parlare di Sid Vicious bisogna inquadrare la Londra degli anni ’70. La scena predominante è quella punk rock e il giovane Sid di soli 19 anni non poteva immaginare cosa avrebbe scatenato e cosa sarebbe diventato. Ci troviamo in un periodo di grande sregolatezza: dalla moda alla musica, dal pensiero politico al modo di intendere la società. I concerti nei pub inglesi erano pieni di giovani con la cresta, borchie e giubbotti in pelle; si inneggiava all’anarchia e alla rottura di tutti gli schemi del passato. Solo la musica punk poteva incarnare questa nuova tendenza, era una musica ribelle e che si imponeva in modo violento, ma non per creare un’alternativa, piuttosto per urlare che il disagio, il male, l’autodistruzione, non sono concetti da nascondere o combattere, anzi sono da mostrare con orgoglio. L’obiettivo era suscitare una reazione di disapprovazione nel pubblico benpensante. Era esagerato, sconvolgente, rumoroso e soprattutto mai visto prima. Sid, allora, era un ragazzo timido, che si affacciava in questo mondo per la prima volta, ma sapeva di dover fare qualcosa per emergere. Durante i concerti non era raro vederlo scatenare una rissa, anche se ne usciva quasi sempre perdente. Era oltremodo furioso ed energico. Venne da subito notato da tutti, anche dalla band Sex Pistols, che lo scelse come bassista sebbene lui non sapesse suonare alcuno strumento. Avrebbe imparato in fretta. Quello che contava non era la sua bravura, ma il suo modo di infiammare il palco, di essere così meravigliosamente punk. E infatti la band ebbe un enorme successo grazie a Sid. Le sue performance erano scatenate e anche pericolose, a volte infatti si infliggeva dolore fino a sanguinare, litigava con chiunque per attirare l’attenzione, era ubriaco da non reggersi in piedi, ma il pubblico lo amava. Ogni concerto dei Sex Pistols era pieno di gente e Sid stava diventato il nuovo volto della band, ignaro che sarebbe diventato poi il volto del punk. Il declino di Sid è fatalmente legato al suo rapporto con Nancy e quindi con l’eroina. Una coppia iconica, ostacolata da tutti, ma insieme fino alla fine. Sid Vicious muore all’età di 22 anni, facendo della sua vita un’opera d’arte.
Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino
Restiamo negli anni ’70 ma spostiamoci in Germania. Quella di Christiane F. non può di certo definirsi una vita artistica, anzi tutt’altro. La sua è stata una vita difficile, piena di dolore e paura. Il libro Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino nasce da una serie di interviste che i giornalisti K. Hermann e H. Rieck hanno fatto a Christiane riguardo la sua adolescenza. Viene rilasciato come un’autobiografia e in poco tempo conquista il pubblico per il forte contenuto scandaloso. La vicenda è quella di Christiane che dopo un’ infanzia difficile in cui il padre maltrattava la madre, lei e la sorella, trasferitasi a Berlino comincia ad approcciarsi al mondo della droga. È un processo graduale che inizia con la frequentazione di luoghi di periferia, come la discoteca Sound, e con persone che hanno già esperienza con sostanze stupefacenti. Christiane, a soli 14 anni, farà i conti con la dipendenza, la prostituzione per procurarsi l’eroina, l’amore, l’amicizia e la morte che porta via le persone che ama. Neanche a dirlo il libro suscitò un grande scandalo, non solo perché portava in luce un mondo considerato sconosciuto, o non così grave proprio perché di periferia (c’erano stati altri romanzi negli anni ’70 che denunciavano l’abuso di droghe), ma anche perché la protagonista era giovanissima e il fatto che il libro avesse un “lieto fine” poteva lasciare intendere che uscire dal tunnel della droga non fosse una cosa così complicata. Nonostante questi giudizi il libro divenne un best seller e il film che ne fu tratto un cult a livello mondiale. Le pagine di Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino sono nude e crude, sono come una lunga ripresa sulla città di Berlino che mostra tutto il degrado, l’emarginazione e le difficoltà che una certa parte di popolazione doveva affrontare prima e dopo la caduta del muro. Per quanto difficili siano da leggere è stata una ventata di aria fresca, una storia che non ha bisogno di essere romanzata perché già potente di suo. Un ottimo esempio di come la vita di una persona possa essere elevata ad arte e soprattutto denunciare difficoltà sociali sotto gli occhi di tutti ma di cui nessuno parla.
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