Le donne sono diventate aggressive
Stavo seguendo il corso di "Ufficio Stampa & Media Relations" quando il mio docente ebbe l'ardire di entrare nel campo dei comportamenti di genere.
Era un tipo che cercava molto il dialogo con gli studenti, o meglio, era una di quelle persone che sanno di avere idee interessanti e non ce la fanno a tenersele per sé. Questo è tipico dei professori.
Ad ogni modo secondo lui il cat calling era una stronzata. Cioè le donne dovevano imparare a distinguere una molestia da un complimento, perché sono diventate troppo aggressive e non si riesce più a comunicare con loro.
Quante cose avrei voluto dire. Con aggressività, ovviamente, confermando la sua teoria. Sì, perché in fin dei conti, se sei una docile bestiolina sei più facile da ammansire.
Proprio la sera prima di quella lezione, mentre camminavo e mi facevo i fatti miei su via Rizzoli a Bologna, un tizio sbucato dal nulla mi mise un braccio sulle spalle chiedendomi dove stessi andando di bello. Io mantenni la calma, mi divincolai da quell'abbraccio forzato e risposi comunque alla domanda, nella speranza che se ne andasse quanto prima. Ma lui rimase e nonostante la mia freddezza, con una bella faccia tosta, tentò di baciarmi. Di fronte al mio netto e assoluto rifiuto se ne andò via, mortificato per quello che aveva fatto.
Non era un episodio di cat calling, chiaramente. Però mi fece riflettere, perché proprio mentre il prof diceva che le donne erano aggressive lì fuori, nel mondo reale, succedono cose come questa in cui l'aggressività non mi sembra affatto un tratto femminile.
Lui era partito dal presupposto che nell'educazione dei maschi non c'è nulla di sbagliato, coloro che devono cambiare comportamento sono le donne. Sarà che a noi hanno sempre insegnato come accettare o rifiutare un approccio e ai maschi invece sempre come provarci. La cosa ci è sfuggita di mano. L'aggressività, nel suo ragionamento, apparteneva alle donne, che hanno il potere di premiare o far fallire il tuo tipo di approccio. Secondo la mia visione, invece, il potere aggressivo ce l'hanno quegli uomini che in un attimo possono trasformare la tua serata in un incubo. Anche solo con una parola possono metterti in una situazione di imbarazzo, o peggio pericolo, e farti salire il panico invadendo il tuo spazio.
Quello che mi dava più fastidio, però, era questa generalizzazione... "le donne sono". Io mi reputo una femminista. Da quando aderisco a questo movimento non ho mai usato l'espressione "gli uomini sono". Gli uomini e le donne non sono qualcosa che puoi dire in una parola. Il problema, infatti, è che tutto viene visto come una guerra. Maschi contro femmine. Conosco uomini ancora convinti che femminismo voglia dire donna>uomo e conosco donne fiere di non essere femministe (ovviamente per farsi accettare dagli uomini).
Le idee sono poche e confuse, anzi, sbagliate.
Uscendo da questi schemi si capirebbe che il quadro è molto più ampio di così. Si capirebbe, ad esempio, che il tipo di educazione che riceviamo su come dovrebbe essere vissuto il nostro genere forse non corrisponde alla nostra vera natura. Si capirebbe che il problema in Italia non è che non ci sono abbastanza dirigenti donne, ma è che quando una donna arriva a un ruolo di potere sfrutta i lavoratori esattamente come fa un uomo, perché è il sistema a essere malato. Si capirebbe che se una donna è un'avvocata va chiamata esattamente così, perché non c'è nulla di disdicevole nella declinazione femminile dei nomi. Non bisogna identificarsi per forza come uomini per godere del prestigio di una professione.
Ma chi sarà arrivato a leggere fino a qui? Boh.
Intanto io a quel professore non dissi niente.
L'ho lasciato nella convinzione che le sue erano parole sagge, anche perché la classe non replicò.
Si sa che a ragione è di fessi, però anche io sono molto cogliona.
Ciao.
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