Se n'è andato l'ultimo dei memorabili

 Si è davvero conclusa un'era. Non si può negare che Silvio Berlusconi sia stato un importantissimo politico e personaggio della storia d'Italia. Ma se c'è un termine che può descriverlo, questo è divisivo. Dal '94 al 2011 il suo è stato un governo che ha profondamente spaccato il nostro Paese, con lui è cambiato qualcosa, o forse per certi aspetti non è cambiato niente. 

Io sono nata nel 1998, per me il politico era Berlusconi. Per me il presidente del consiglio dei ministri era Berlusconi. Non immaginavo nessun altro al suo posto. E soprattutto ero convinta che il presidente del consiglio avesse potere sui media e sempre grande visibilità. 

Io mi ricordo com'era. Mi ricordo i volti schifati dei miei genitori mentre lo guardavano in TV. Mi ricordo come non vedere certi programmi era una scelta politica. Mi ricordo anche le persone che lo amavano ed erano assolutamente devote a lui. 

Con Berlusconi la figura del politico è stata completamente ribaltata. Il leader del partito non è più una persona intoccabile, dall'estrema saggezza e cultura. Il leader politico diventa l'amico che entra in casa tua dalla televisione. Diventa quello che ce l'ha fatta da solo e che ispira la tua vita. Voleva dirigere l'Italia così come si dirige una grande azienda, da padrone. Colui che ispira, forte e potente. Colui che ha ragione e chiunque sia diverso da lui ha torto. Ha comprato televisioni, giornali, il Milan, tutto per propaganda. Dobbiamo ringraziare Berlusconi se oggi il popolo non si identifica più nelle idee, ma nelle persone. Prima erano i leader a sposare i partiti, adesso nessuno sarebbe di Fratelli d'Italia se non per Giorgia Meloni. Potrebbe essere anche da sola con un partito senza nome. 

Tutte le sue barzellette, quali stupide, quali oscene, confesso che oggi fanno ridere anche me a pensare che a pronunciarle era un vecchietto di fama mondiale. Ma agli inizi dei 2000 non era affatto così. Gli italiani si vergognavano di lui, delle figure che ci faceva fare a livello internazionale. Anno dopo anno è diventato una maschera, ma all'epoca tutti si accorgevano della gravità della situazione, almeno i suoi avversari. 

Ha creato un Paese a sua immagine e somiglianza. Superficialità, calcio, donne, risate, il sogno americano tutto italiano. Tante promesse: aboliremo l' ici e diminuiremo le tasse, cose mai mantenute ma che ripeteva ogni volta ed è riuscito a essere il più longevo presidente del consiglio della Repubblica. 

Come dovremmo ricordare Berlusconi? Dopo tanta falsità portata avanti da lui stesso sarebbe giusto ricordarlo nel modo più sincero. Ha portato il nostro Paese al lastrico, il suo è stato un ventennio disastroso sotto ogni punto di vista. Ha fatto anche cose buone? Può darsi, altrimenti non vinci tre elezioni in una manciata di anni. Berlusconi è riuscito lì dove il fascismo ha fallito: è entrato dentro di noi senza che ce ne accorgessimo. 

Se n'è andato l'ultimo dei memorabili, l'ultimo dei grandi. Quello che sarà ancora nominato come oggi nominiamo Andreotti, Craxi, Ciampi. 

Se n'è andato uno che non ha mai pagato veramente per i suoi crimini. Uno che come tutti i più grandi della storia aveva ancora qualcosa da dire. Non provo rispetto per un uomo come Berlusconi, ma è dovere di tutti, oggi, fare i conti con la sua eredità. 


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